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Intervista a Lara Campoli a "La Tribuna di Roma"

Intervista a Lara Campoli a “La Tribuna di Roma”

Tra le novità di questo 2022 per INSS c’è sicuramente l’apertura della classe a Venezia. Un’inizio che aspettavamo da tempo e che, grazie all’interessamento della Fondazione Venezia, è diventato finalmente realtà.

Un traguardo davvero importante e Lara Campoli lo racconta in un’intervista a “La Tribuna di Roma” di Paolo Miki D’Agostini e noi siamo felici di condividerlo con voi.

Recentemente grazie all’interessamento della Fondazione di Venezia la vostra associazione ha aperto una classe per la formazione di imprenditori, vuole raccontarci come si è creata questa relazione e cosa avete già realizzato grazie a questa sponsorizzazione?
Il contatto è arrivato tramite una nostra volontaria che già lavorava e all’interno della fondazione. Tramite la sua testimonianza diretta ha attirato la curiosità del presidente e della fondazione stessa su quello che l’associazione fa. Da lì è scaturito un incontro che ha portato a questo accordo ed a questo inizio di collaborazione che ha permesso in sei mesi di
portare il progetto Imprenditorie Non Sei Solo per la prima volta in Veneto. Infatti il 22 gennaio è partita la prima classe ufficiale di Venezia e ce ne sarà una ogni mese già programmate per tutto il 2022.

Cosa possiamo aspettarci in futuro grazie alla collaborazione con la Fondazione di Venezia?

L’obiettivo insieme alla fondazione è quello di rendere stabile la presenza su Venezia e poi aprire eventualmente una classe in collaborazione con la fondazione in ogni provincia del Veneto.

Quanti imprenditori e in quali città si sono formati nelle vostre classi? In quali ambiti?

Noi seguiamo oltre 200 aziende in tutta Italia. Queste aziende vengono poi un giorno al mese a studiare in classe. Attualmente sono aperte le classi di Roma, Milano, Bologna,Cagliari, Palermo e Venezia.
Seguiamo aziende nei settori più disparati, non solo un settore specifico.

Come funziona il vostro percorso di formazione degli imprenditori? Come ne misurate l’efficacia?

L’imprenditore che vive un momento di difficoltà ( fatica a pagare tutto, ha debiti pregressi, non si paga uno stipendio… ) entra nel percorso, viene a studiare materiali di management aziendali, fa consulenze con tutte le figure necessarie (commercialista, avvocato, consulente di gestione finanziaria… ) e viene seguito fino a che non risana la sua azienda.
Il nostro obiettivo è di certificarlo, raggiungendo questi punti:

-Situazioni debitorie pregresse gestite e pagate regolarmente da 3 almeno -mesi;
-L’imprenditore si paga uno stipendio regolarmente da almeno 3 mesi;
-Trend del fatturato in crescita (rispetto all’anno precedente e/o rispetto al corrente);
L’azienda non deve essere in perdita annuale;

Lo monitoriamo strada facendo con il piano finanziario e con le statistiche.
Lo aiutiamo ad impostare un lavoro completo a 360°. Nel caso l’imprenditore scoprisse che vuole o deve chiudere l’azienda, i punti del certificato verso cui lo accompagnamo è il seguente:

-Ha chiara la sua situazione debitoria ( ove presente );
-Ha un piano di rientro concordato ( ove presenti debiti );
-Ha delegato, chiuso o venduto la sua attività imprenditoriale;
-E’ in una condizione di sopravvivenza economica;
-Dimostra di essere in grado di far fronte al piano di rientro ( ove necessario);
-Altro:

Lara Campoli

In quali aree di competenza imprenditoriale avete riscontrato le maggiori criticità, c’è un legame culturale tra la nostra società e le criticità che, più frequentemente, attanagliano i nostri imprenditori?

Le aree maggiori sono la gestione finanziario ed il marketing. In Italia si ha una scarsa predisposizione al controllo dei numeri attraverso statistiche e budget e si ha l’errata percezione che il marketing sia superfluo. Purtroppo, con la competizione odierna, se un’azienda non struttura una propria proposta unica di valore e non impara a comunicarla, rimane tagliata fuori dal mercato o si riduce alla guerra del prezzo.
La gestione finanziaria si riduce al bilancio annuale del commercialista e non si ha un autoverifica mensile per aggiustare il tiro alle prime difficoltà.

Quanto paga un’imprenditore per avere la vostra assistenza?

Assolutamente nulla!
Noi ci finanziamo attraverso soci sostenitori ( diversi da chi affianchiamo ), aziende sponsor che ci finanziano donando alla Onlus. Da quest’anno anche grazie al 5X1000.
Quale percorso segue un imprenditore che si rivolge a voi prima di essere inserito nelle vostre classi?
Fa la richiesta tramite il sito www.imprenditorenonseisolo.it/contattaci , compila un questionario attitudinale, viene fatta una videochiamata dove gli si spiega quali sono le sue maggiori attitudini, come sfruttarle e dal punto di vista personale cosa lo ha bloccato. Insieme a questa si fa una veloce analisi dell’azienda, constatando la necessità.
A quel punto entra.

Una volta raggiunto l’obiettivo di formazione, il rapporto si interrompe? Qualcuno continua a collaborare con voi?

L’imprenditore che viene certificato può diventare un nostro volontario. E’ già capitato ed è ciò che ci auguriamo. Anche se non riuscissero a diventare volontari per mancanza di tempo o altro, rimane
comunque sempre un grande rapporto con loro.

Intorno a voi ruotano degli investitori? può raccontarci un caso di successo, un progetto che è stato finanziato?

Noi non lavoriamo con investitori donando denaro alle aziende che seguiamo. L’obiettivo è che loro siano in grado di far fruttare la loro principale attività generando utili senza la necessità di avere finanziamenti esterni. Se l’imprenditore non comprende le dinamiche che hanno fatto entrare l’azienda in difficoltà ( mancanza di controllo finanziario, marketing …), il denaro diventa un mero mezzo per posticipare il problema e, non avendo tappato i “buchi dello scolapasta”, rimarrà presto senza liquidità. Una volta appresa la corretta gestione e rimesso in piedi, non avrà bisogno di finanziamenti esterni. Sarà l’azienda stessa a produrre il denaro che necessita anche per creare l’espansione.

 

 

 

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