Che tu sia un’azienda formata da più persone, o un imprenditore che lavora con collaboratori esterni, esistono diversi principi che portano a pensare in un determinato modo rispetto ad un’altra persona e questi possono essere più o meno condivisi.
Ad esempio, all’interno di un’azienda il dipendente può condividere ciò che si fa al suo interno per prendersi cura di ogni collaboratore o se esiste un buon metodo di meritocrazia e se è accettato da tutti. Lo stesso discorso vale per il libero professionista e di ciò che pretende dai collaboratori.
Come si capisce se i principi su cui si fonda la tua attività sono giusti o sbagliati?
Parti dall’identificazione di quelli universali e applicali costantemente, come:
- mantenere gli accordi
- non fare agli altri quello che non vuoi che ti venga a fatto a te stesso
- rispettare il prossimo
- essere puntuali
Rispettarli sicuramente è il primo passo per intraprendere la giusta direzione, in quanto sono noti a tutti e regolano il modo di rapportarsi con le altre persone.
Come puoi fare la differenza?
Fare il minimo indispensabile non è sempre la strada giusta, anche se sei all’inizio della tua attività.
In un momento in cui il mercato offre diverse soluzioni a singoli problemi, è necessario fare qualcosa di più per soddisfare al meglio le richieste.
“Raccogli ciò che semini” è un modo di dire che sposa perfettamente questo concetto.
Un esempio? Quando un collaboratore dà di più all’interno dell’azienda rispetto ad altri, dopo un po’ l’imprenditore se ne accorge e premia il suo impegno, oppure il collaboratore, in base al ruolo che copre, può concentrarsi su come portare un giovamento verso l’azienda e raggiungere meglio gli obiettivi. Questo scambio porta a vivere l’azienda in armonia e benessere, dove vincono entrambi le parti.
Un collaboratore soddisfatto sarà sempre propenso a dare il meglio di sé nella sua attività.
Quando viene a mancare questo principio di scambio, le persone si ritrovano a collaborare controvoglia e questo si riflette negativamente sull’attività e sulla produttività.
E se un’azienda non produce, fallisce.
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